martedì 4 novembre 2008

RECENSIONI

AUTOPSIA DELLA BESTEMMIA
di Chico

Questo saggio (Fermenti Editore, Roma 2004) ha sancito l’esordio dell’autore, Simone Colaiacomo, il quale analizza la bestemmia partendo da uno studio storico delle religioni attuali e del passato. Tratta con un linguaggio semplice e comprensibile argomenti da sempre affrontati con timore, quali lo scontro tra i diversi dogmi religiosi.
La società odierna spesso presenta atti di blasfemia come gesti di non cultura; l’uso della bestemmia diviene un intercalare, e non più solamente un’irriverenza nei confronti di Dio. È facile a questo punto porsi delle domande, ad esempio il perchè di un argomento come la bestemmia.
L’autore a questa domanda ha così risposto:

"Trattare la bestemmia non è stato facile inizialmente, anche perché ho dovuto scontrarmi con molteplici difficoltà relative alla “distanza concettuale” che esiste tra l’essere umano occidentale odierno e le moltitudini di culture e civiltà esistite ed esistenti. Prendiamo tra le contemporanee lo shintoismo, il buddhismo, l’islamismo, ovvero tra le antiche culture, quella egiziana, sumera o scandinava. Abitudini, credenze, stili di vita talmente differenti che portano con estrema facilità ad alzare, senza neanche pensarci, un muro fatto di pregiudizi e di disprezzo verso il “diverso”, e per questo, apportatore come di un’aura negativa, maligna.
La bestemmia è un atto di rifiuto verso una divinità, propria o altrui è indifferente, che spesso nasce da una motivazione ben precisa che non ha nulla a che fare con il dio insultato, bensì quest’ultimo non è altro che il riflesso di un disagio che il “blasfemo” coltiva in seno, latente o manifesto che sia."

Perché intitolare il libro "Autopsia della bestemmia"?
"Un saggio del genere necessitava una immersione totale negli intrecci più delicati della questione. Inizialmente avevo scelto, anche perché ancora incerto su molti punti, di intitolarlo Analisi della bestemmia. Poi, anche parlandone con amici e colleghi, è emersa l’importanza di poter entrare “dentro” l’argomentazione. In effetti una “autopsia” permetteva la libera esplorazione del tema “bestemmia”, senza correre il rischio di arrecare una qualsiasi forma di danno (quello che potrebbe avvenire con una biopsia, dunque su esseri vivi). Inoltre diveniva una analisi a posteriori, in particolar modo per tutti quei culti del passato che sono ormai effettivamente “morti”."

Qual è il messaggio che ha voluto dare con questo saggio?
"Gli esseri viventi hanno tanto bisogno di avvicinarsi, oltre quelle che sono le diversità di culto o di cultura. L’outsider non dovrebbe esiste nella natura umana: questa condizione è il frutto dei condizionamenti, degli stereotipi, di insegnamenti millenari che non hanno più senso. Bisognerebbe imparare a conoscere le diversità altrui, cercando di prendere il bene che queste contengono, e non disprezzandole a priori. Ciò che dico è alla base di quell’Etica del rispetto che è il cuore di una Antropologia della Convivenza, tale da saper toccare il tasto dell’empatia, permettendo ad ognuno di imparare a porsi nel punto di vista altrui."

Il tentativo di questa opera è, dunque, di indurre a riflettere sulla situazione attuale, avendo a disposizione una valida documentazione, non avvalendosi solamente di preconcetti pseudo-religiosi, per far si che, come diceva Lord Robert Stivenson Smith Baden Powell, ognuno di noi “Lasci il mondo un pò migliore di come lo ha trovato”..